di Roberto Toigo, segretario UIL Veneto
Non riesco a dire di sì ad un ticket per entrare a Venezia. Questo non significa che sono per un no secco, ma che un sì pieno, che si basa solo su quello che ho letto finora sull’argomento, compromette la libertà, la mobilità, la privacy e, non ultimo, la serenità delle persone. Comprendo che Venezia sia una città unica e quindi da preservare. Una Città con la C maiuscola che, insieme alla sua laguna, è stata iscritta nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 1987 e che per questo motivo è giusto puntarle il faro dell’attenzione e della salvaguardia. Per la sua bellezza e straordinarietà, questa Città galleggiante viene raggiunta ogni anno da oltre 20 milioni di turisti, qualcuno più rispettoso di altri, qualcuno più attento alla sua fragilità, qualcuno purtroppo di meno. Tutto ciò fa riflettere ed è un bene che il dibattito si sia riacceso a Venezia e per Venezia. Ma qual è il corretto equilibrio che dovremmo adottare a favore di questa Città? Qualsiasi scelta sappiamo che sarà difficile, ma va presa tenendo conto sia dell’unicità di Venezia che della libertà sacrosanta di tutti i cittadini del mondo e del Veneto di poterla visitare ed ammirare. Pensare ad un contributo minimo da parte dei turisti potrebbe essere un’idea valida per la pulizia ed il mantenimento della Città: ci piacerebbe che l’amministrazione comunale, prima di darne avvio, coinvolgesse un po’ tutte le parti interessate. Anche il Sindacato sarebbe lieto di dare il proprio contributo alla discussione per poter restituire alla Città di Venezia e ai suoi residenti un progetto visto e pensato in tutte le sue sfaccettature, la cui applicazione eviti di togliere la libertà e la privacy di ciascuno. Se vanno prenotati gli ingressi, inoltre, significa che una persona non potrà entrare a Venezia senza che questo si sappia: ognuno può avere il proprio motivo, personale, per cui raggiunge la Serenissima e va rispettato nella sua privacy. Ognuno deve poter muoversi liberamente, sentirsi libero e sereno: lo dico pensando in particolare ai veneti che hanno tutto il diritto di raggiungere Venezia quando lo desiderano e ne hanno bisogno. Del resto, devo ricordarlo, di restrizioni ne abbiamo vissute fin troppe durante la pandemia da COVID-19 e sappiamo benissimo quanto ci abbiano condizionato nel corpo e nello spirito. La serenità che ora, pian piano, cerchiamo di riconquistare non deve essere minata da progetti avventati che, inoltre, dovrebbero essere condivisi ampiamente da tutti.