“Chi lavora, chi possiede capitale, chi ha terreni o edifici, paga l’Irpef nazionale, cioè l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Una tassa che non viene pagata da chi percepisce redditi fino a poco più di 8 mila euro l’anno. All’Irpef nazionale può essere aggiunta quella regionale e comunale. In Veneto non abbiamo l’addizionale Irpef regionale e, inoltre, a differenza di altre Regioni italiane, si mantiene un’aliquota base fissa Irpef regionale pari all’1,23 per cento, che per legge potrebbe essere aumentata. Per completare il quadro economico, bisogna registrare una evasione fiscale che – dati Cgia riferiti al 2020 – sfiora i 14 miliardi di euro (il 10,1% del dovuto)”.
Commenta il segretario generale della Uil Veneto Roberto Toigo, all’indomani della presentazione da parte della Giunta regionale veneta del Bilancio di previsione 2024-2026.
“A pesare sulla quotidianità e sull’erogazione dei servizi – aggiunge Toigo – in particolare a quelli sociali, c’è sicuramente l’evasione fiscale.
Ciò crea disparità tra le persone, perché dipendenti e pensionati versano fino all’ultimo centesimo di tasse. Con la contrattazione nazionale il sindacato si impegna ogni giorno per dare più risorse ai lavoratori, ma qua in Veneto si potrebbe e si dovrebbe agire immediatamente, istituendo un’addizionale Irpef regionale che chiamerei tassa di solidarietà”.
“La Uil Veneto, va evidenziato, non è per l’aumento delle tasse, ma è per una manovra solidaristica. Chi sta meglio dovrebbe guardare a chi fa fatica ad arrivare a fine mese, a chi rinuncia alle cure, a quelli il cui costo della vita e l’inflazione rendono difficile la vita quotidiana.
È un momento eccezionale: la pandemia, la crisi energetica, la guerra in Ucraina, l’inflazione… Si fa fatica ad essere ottimisti per il futuro. Ecco perché riteniamo che proprio in questa fase si possa accantonare, momentaneamente, il mantra della manovra tax free e si pensi ad una addizionale, limitata solo ai redditi più alti, i cui proventi andrebbero destinati alla sanità e al sociale, che sono le voci più sensibili e su cui c’è più bisogno di intervenire. Se riscopriamo la cultura della solidarietà e della collettività – conclude Toigo – che fanno d’altro canto parte del DNA dei veneti, potremo affrontare con meno preoccupazione i mesi a venire”.