Bilancio regionale, assenti provvedimenti per il sociale

Non più tardi di due settimane fa duemila lavoratori e pensionati veneti, guidati dai sindacati confederali hanno manifestato a Venezia, in campo San Geremia, con tanti lavoratori e pensionati, per chiedere provvedimenti urgenti alla Regione del Veneto per affrontare l’attuale emergenza sociale. Quella mobilitazione, a leggere i contenuti della manovra di bilancio 2023-2025 approvata dal Consiglio regionale, è rimasta totalmente inascoltata.

Cgil Cisl e Uil Veneto – attraverso la voce dei tre segretari generali Tiziana Basso, Gianfranco Refosco e Roberto Toigo – dichiarano: «Dopo quasi tre anni di convivenza con la pandemia, quando si cercava con fatica di uscire da una situazione inedita e gravissima, si è scatenata la turbolenza internazionale a causa dell’ingiustificabile invasione russa dell’Ucraina, con una conseguente instabilità economica e una veloce crescita dell’inflazione. La crescita del costo della vita sta costringendo a scelte drammatiche, perché diventa impossibile fare fronte alle spese quotidiane sia per le bollette e gli alimenti, che per i servizi connessi al welfare e al benessere sociale (rette delle case di riposo, quelle degli asili nido e delle scuole materne: servizi essenziali per tantissime persone e famiglie)». 

Fin da settembre la Regione aveva invitato i sindacati a riflettere sull’ipotesi di introduzione di una addizionale Irpef per far fronte alla situazione: «Ci eravamo resi disponibili e aperti alla proposta, a patto che questa tassazione fosse limitata soltanto ai redditi più alti e che i proventi venissero destinati al sociale – evidenziano i tre segretari –.Alla fine, la Regione ha deciso di non procedere su questa strada, senza peraltro individuare in altri modi i fondi da destinare all’emergenza. Non ci si rende conto che, sotto molti aspetti, stiamo vivendo in una economia di guerra È profondamente sbagliato, e controproducente per l’intera economia, assistere inerti al grave impoverimento delle fasce popolari». 

Basso, Refosco e Toigo non considerano neppure necessario entrare nel dettaglio dei singoli capitoli di spesa della legge di bilancio regionale: «Potremmo discutere a lungo delle (poche) risorse destinate, per esempio, alla prevenzione e riduzione del rischio idraulico e idrogeologico, o alle borse di studio universitarie, o ancora al trasporto pubblico locale, al caro affitti. È vero, dopo tanti anni abbiamo ottenuto l’abbassamento dell’Irap per le Ipab, ma è troppo poco rispetto a tutto il resto che serve. Questa manovra non risolve, anzi non interviene in nessun modo, sull’emergenza sociale in atto. In difesa di questa precisa e consapevole scelta politica, si ricorre al solito slogan che promette di non mettere le mani nelle tasche dei veneti. Ma non è così: decidendo di non chiedere un contributo alle fasce di reddito più alte, si mettono eccome le mani in tasca ai cittadini e alle famiglie, ma a quelle più deboli, che già oggi non ce la fanno ad arrivare a fine mese. Questo è profondamente ingiusto. I prossimi mesi saranno drammatici e i nostri appelli non sono stati ascoltati. Chiediamo pertanto alla Giunta regionale di avviare fin da subito un confronto per trovare soluzioni alle criticità che sicuramente emergeranno da questa fase difficile, e per predisporre misure di intervento condiviseL’impegno di Cgil Cisl Uil del Veneto sarà quello di mettere in campo tutte le iniziative necessarie per invertire questa rotta».