Venticinque da gennaio ad aprile 2019, venti nello stesso periodo 2020, ventisei nei primi quattro mesi del 2021. La curva dei decessi sul lavoro in Veneto segue quella della pandemia.
È il risultato di uno studio della UIL Veneto, che ha monitorato infortuni e decessi sul lavoro nei primi 4 mesi del 2019, del 2020 e del 2021.
«Gli infortuni totali nella prima parte del 2019 – conferma il segretario generale Roberto Toigo – erano stati 25.229, con punte di 5.334 a Verona, 4.820 a Vicenza, 4.664 a Padova e 4.007 a Venezia. Nello stesso periodo del 2020, in concomitanza con lo scoppio della pandemia di coronavirus, con il lockdown, la chiusura delle attività non essenziali e le riaperture in base al codice Ateco delle aziende, gli infortuni hanno subito una brusca frenata: in media del 23%, con punte di -32% a Venezia, -25% a Vicenza, -24% a Treviso e Padova. In totale abbiamo contato 19.226 infortuni».
Nel frattempo – grazie anche allo sforzo dei sindacati – sono state varate norme per la riapertura delle attività in sicurezza. L’inizio del 2021 è stato segnato dalla seconda ondata del virus, ma non c’è stato il fermo totale.
«Certamente alcuni comparti hanno lavorato meno – aggiunge il segretario di UIL Veneto – come tutto il settore del turismo, della ricettività e della ristorazione. Ma in generale l’Italia e la nostra regione non si sono fermate come l’anno precedente. Ed ecco allora che sono, purtroppo, risaliti i numeri degli infortuni e dei decessi. Nei primi quattro mesi del 2021 abbiamo contato 21.289 infortuni e ventisei morti sul lavoro».
Una situazione non più tollerabile. «A livello nazionale abbiamo incentrato il tesseramento alla UIL sul progetto “zero morti sul lavoro”. Qui in Veneto è in svolgimento, da qualche mese, un corso di aggiornamento per i nostri RLST (Rappresentanti Lavoro Sicurezza sul Territorio) e tutti i nostri delegati sono impegnati, fabbrica per fabbrica, su questa tematica. Abbiamo chiesto alla Regione Veneto di riconvocare i firmatari del Piano per la Sicurezza sul Lavoro, siglato nel 2018, per verificarne lo stato di attuazione e per rilanciarlo. Ma soprattutto vorrei che passasse un messaggio, sul quale UIL Veneto non transige: chiediamo serietà e pazienza alle aziende, industriali, artigiane, grandi e piccole: non possono pensare di recuperare quanto perduto durante la pandemia in un attimo. Ci vuole tempo, programmazione, collaborazione. Non vorremmo mai che l’ansia di guadagno andasse a discapito degli investimenti sulla prevenzione e sulla sicurezza. Abbiamo tutti lo stesso obiettivo: portare il Veneto fuori dalla crisi, rilanciare l’economia e l’occupazione. Facciamolo in modo responsabile, perché nessuna vita umana deve essere sacrificata sull’altare del profitto».