Convegno Uil Veneto a Belluno: “Dal sondaggio alle proposte – Analisi dei bisogni dei veneti”. Quasi il 30% dei bellunesi ha segnalato la sanità come problema più sentito.

Il 29,2% dei bellunesi ha segnalato la sanità come problema più sentito, mentre il 28,3% il lavoro. Questo risultato, presentato oggi durante il convegno – “Dal sondaggio alle proposte – Analisi dei bisogni dei veneti” – organizzato nella sala Bianchi “Eliseo Dal Pont” di Belluno, è frutto di un sondaggio promosso in tutte le province da Uil Veneto e studiato dal Centro studi CSSE Veneto, che ha sintetizzato i temi più sentiti per territorio, età e genere. All’iniziativa veneta hanno partecipato quasi 17mila persone dove si sono toccati temi sui quali il sindacato può fare valere la propria azione: Ambiente, Casa, Istruzione, Lavoro, Sanità, Sicurezza, Trasporti.

“Abbiamo incontrato la gente – ha dichiarato il segretario generale di Uil Veneto Roberto Toigo – nelle piazze, per strada, nei luoghi di lavoro, tanti giovani al Job Orienta, raccogliendo importanti indicazioni su temi sui quali il sindacato può fare qualcosa di concreto per risolverli. Siamo consapevoli che non possiamo trovare una soluzione al problema delle guerre e della fame nel mondo, ma possiamo fare qualcosa di utile sulla scuola o sulla sanità, ad esempio”.

“Abbiamo raccolto – ha aggiunto Toigo – la voce di tantissimi veneti e in questo caso di veronesi. Oggi abbiamo una fotografia reale dei bisogni delle persone: dal confronto con le altre parti ci auguriamo possa nascere un percorso comune per dare delle risposte”.

Nel dettaglio a Belluno hanno partecipato al sondaggio 1.883 persone: 52,2% donne e il 47,4% uomini. La maggior parte, cioè il 45,2% che ha risposto, rientra nella fascia di età tra i 40 e i 59 anni. Tra i più giovani (under 18) ha aderito al sondaggio solo il 6,1%.

Il tema (o problema) più sentito in provincia di Belluno è quello della Sanità (29,2%%): soprattutto per il rapporto non sempre proficuo col proprio medico di base che si fatica a trovare al telefono. Un medico che non sempre riesce a fungere da filtro con la sanità pubblica costringendo il paziente ad optare per quella privata. Oppure lo spinge a ricorrere al Pronto soccorso arrivando ad intasarlo coi cosiddetti codici bianchi tanto che la stessa Agenas aveva evidenziato che il Veneto risultava la regione meno virtuosa con una percentuale più alta di codici bianchi nei suoi quarantasette Pronto Soccorso: il 54%. La montagna è sicuramente poco attrattiva quando si pensa di andarci per lavoro e non per  svago: abbiamo pochi medici di famiglia, molti di loro si fanno in quattro per garantire il servizio, ma hanno sempre più iscritti e per motivi logistici non sempre riescono a rispondere in maniera opportuna a tutte le esigenze delle persone.

Altro problema sentito sulla sanità riguarda le case di riposo che diventano sempre meno accessibili per i costi alti lasciando tante famiglie alla disperazione. La retta media con impegnativa di residenzialità è aumentata a quasi 2.000 euro al mese (circa 64 euro al giorno) nel 2025, un aumento di 295 euro rispetto al 2024 e di 665 euro rispetto al 2023.

Il secondo tema di cui si sono lamentati i bellunesi è stato quello del Lavoro: durante le interviste si è parlato di qualità di lavoro, di stipendi, di sicurezza, di precarietà. “Molti si sono lamentati del salario e del fatto che non facilmente trovano un lavoro fisso. Va ricordato, infatti, – ha sottolineato Toigo – che in Veneto solamente una assunzione su dieci è a tempo indeterminato. Facciamoci delle domande!”

Al convegno anche la coordinatrice di Uil Veneto Belluno, Sonia Bridda, ha espresso il suo punto di vista sulle questioni trattate: “Per i giovani, la mobilità è un ostacolo spesso quotidiano, in un contesto montano, la scarsa capillarità del trasporto pubblico limita l’accesso a scuole, attività e opportunità. È quindi indispensabile un massiccio investimento per potenziare e rendere capillare il trasporto pubblico. Come massiccia l’attenzione per la sicurezza sia sui mezzi di trasporto, a scuola e nella quotidianità. Il lavoro, pur presente, spesso non è di qualità: salari non adeguati al costo della vita, contratti discontinui e basse retribuzioni caratterizzano molti settori, generando un rischio concreto di fuga di talenti. Si rende urgente un patto concreto tra Imprese, Pubblica Amministrazione e Sindacato, finalizzato a incentivare contratti stabili e dignitosi, a rilanciare la contrattazione territoriale e aziendale per tutelare salari e diritti, e a investire nella formazione e riqualificazione professionale”. Bridda ha poi ribadito il tema della sanità: “La sanità, priorità assoluta per tutti ma soprattutto per gli anziani, soffre di una difficile accessibilità ai medici di base, spesso sovraccarichi, e alle distanze significative da percorrere per raggiungere specialisti o strutture ospedaliere. C’è bisogno di passare attraverso il potenziamento della medicina territoriale  con Case di Comunità realmente operative ed estendere la telemedicina e l’assistenza domiciliare integrata. Per Belluno “fare squadra” è l’imperativo: la complessità delle sfide impone un dialogo costante e costruttivo tra tutti gli attori per trasformare queste criticità in opportunità, garantendo un futuro di benessere e servizi adeguati per tutte le persone che vivono in provincia di Belluno”.

I problemi in base all’età: A Belluno, gli under 18, pongono al primo posto il problema dei Trasporti (37,5%). Per la fascia di età che va dai 18 ai 39 anni il tema più sentito è quello del Lavoro (32,7%). Ancora il Lavoro è sentito nella fascia 40-59 anni (33,1%). Mentre diventa la Sanità il tema di interesse per gli over 60 (56,1%).

Un altro tema particolarmente sentito è quello della sicurezza (o bullismo) che è stato segnalato dal 10,8%.

Bullismo. “È un fenomeno – ha detto Toigo – che, se una volta si sentiva ma era circoscritto a pochi casi, oggi sta dilagando mettendo in crisi i nostri ragazzi. Frequentemente i giovani non hanno il coraggio di parlare di bullismo in famiglia, a scuola o con le forze dell’ordine. Non denunciano e, quando lo fanno, spesso è tardi. Come Uil Veneto abbiamo preso a cuore questo tema. Abbiamo creato uno sportello virtuale, un punto di ascolto sicuro e accogliente, che è partito da Belluno e Treviso per estendersi poi a tutta la regione. Vi si accede via mail all’indirizzo siamoconte@uilveneto.it  Se i ragazzi stanno combattendo contro il bullismo e il cyberbullismo, devono sapere che non sono da soli. C’è sempre qualcuno (anche se non sempre lo si vede) pronto ad ascoltarli, a dare una mano e a trovare una via d’uscita”. “Si tratta – ha continuato – di uno spazio di supporto e consulenza senza giudizio, dove i giovani troveranno personale esperto pronto ad ascoltarli in totale sicurezza. Il servizio è gratuito. Deve essere chiaro che il servizio offerto da Uil Veneto non intende in nessun modo sostituirsi alle strutture preposte per legge, alla rete dei servizi sociali.  Il referente funge da intermediario, da facilitatore, tra la vittima di bullismo e le istituzioni preposte: scuola, famiglia, servizi sociali, ecc”.

Al convegno hanno partecipato: Marco Dal Pont (assessore alle politiche sociali Comune di Belluno), Andrea Ferrazzi (direttore Confindustria Belluno Dolomiti), Maria Caterina De Marco (direttrice sanitaria Ulss 1 Dolomiti)