“E’ deprimente. Leggo anche oggi dell’ennesima odissea che hanno dovuto affrontare e sopportare i pendolari delle mie montagne, sulla tratta per Belluno. Non è la prima volta che intervengo su questo tema, quello dei trasporti e della viabilità, che non aiuta ad avere una quotidianità serena e leggera per chi vive da queste parti. Difficoltà e disagi che subiscono giovani e adulti e che sarebbe davvero l’ora che venissero risolti per garantire alla gente – che vive in posti unici come i nostri, ma che è costretta a sudare cento camicie al giorno per spostarsi per andare a scuola, per andare al lavoro o dal medico – una vita giusta. Come ho già denunciato: quarant’anni fa i viaggi in treno erano simili a dei viaggi della speranza. Oggi le cose non sono tanto cambiate: Calalzo-Padova oltre 3 ore. Feltre-Belluno il treno non c’è.
Come cantavano i Belumat in una poesia-canzone intitolata “Padova Calalzo” del 1979: altro che freccia delle Dolomiti. Meglio parlare di feccia delle Dolomiti! Non lamentiamoci poi se le persone decidano di viaggiare di più in macchina che con i mezzi pubblici. E non lamentiamoci se, per questo motivo, ci sono gli ingorghi e i Comuni devono studiare piani per alleggerire il flusso viario. E’ tempo di dire basta ed è il momento che i problemi, quando denunciati, trovino una soluzione”. Lo ha detto Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto.