Lunedì 25 novembre celebriamo la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. E’ difficile se non impossibile, di fronte a questa ricorrenza, non volgere il proprio pensiero a Giulia Cecchettin, di cui si è ricordato recentemente il primo anniversario della morte. Tutti abbiamo versato lacrime per questa giovane donna uccisa dal suo ex fidanzato, tutti abbiamo pregato per lei. Un fatto tremendo che ci ha costretti a guardarci dentro, ci ha spinti a sentimenti forti, quali rabbia e impotenza, e a domandarci se quanto si era fatto finora contro la violenza di genere fosse insufficiente. Dopo quella tragedia abbiamo urlato in coro “mai più” e anche se dopo Giulia, in verità, si sono verificati ancora casi terribili di femminicidio, si è cominciato ad alzare la guardia, a lavorare di più sulla sensibilizzazione e sulle azioni concrete da attuare. Anche la Uil Veneto lo ha fatto partendo dal suo Centro Ascolto di Mobbing&Stalking che è attivo dalla fine del 2021 e, con il quale, fino ad oggi, sono stati trattati 50 casi sia lavorativi che personali, sia di uomini che di donne, sia di dipendenti privati che pubblici.
“La nostra – ha detto Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto – è una lotta silenziosa ma costante contro ogni forma di violenza che, solitamente, viene rivolta verso il sesso femminile e verso chi, in generale, sembra più fragile. Difficile che si prenda di mira e si colpisca chi appare forte. E’ sempre così, purtroppo. E l’aguzzino è sempre una figura che ha potere e necessita di imporlo in maniera scorretta arrivando a creare importanti problemi alle persone che subiscono tali soprusi”.
In ogni provincia la Uil Veneto ha un ufficio dedicato dove è possibile prendere appuntamento tramite l’App Uil Veneto, che si scarica dal sito internet, o via e-mail scrivendo la provincia interessata (es. ascolto.padova@uilveneto.it). Il servizio permette di affiancare, a seconda dei casi, una psicologa e un legale convenzionati oppure, in situazioni di violenze domestiche, di far riferimento a selezionati Centri Anti Violenza del territorio. La psicologa è la professionista che si affianca più frequentemente in quanto questi atteggiamenti vessatori e spesso violenti hanno ripercussioni, anche gravi, sulla saluta psichica e fisica.
“Il caso tipico di abusi – ha spiegato – è una lavoratrice/lavoratore vessato, e spesso anche minacciato, da un responsabile oppure dal datore di lavoro stesso. A volte queste molestie sono state anche di tipo sessuale. Il nostro intervento consiste nel richiede un incontro con l’Ufficio personale o con il datore di lavoro, facendogli preventivamente pervenire un verbale molto dettagliato, in cui, tra le altre cose, vengono elencate tutte le violazioni rilevate alla Costituzione, al Codice Civile, alle Leggi pertinenti al caso e allo stesso CCNL (tutti i CCNL vietano qualsiasi forma di violenza in azienda). Durante l’incontro viene chiesto che la situazione venga riportata nell’alveo dei diritti umani e morali della lavoratrice/lavoratore e del benessere lavorativo che dovrebbe essere presente in qualsiasi luogo di lavoro, richiamando l’azienda alle sue responsabilità. Va detto che, quando le aziende sono aziende rispettose dei loro dipendenti, si trova sempre una soluzione proficua”. “Si registrano anche altri casi comuni – ha aggiunto Toigo – come il demansionamento imposto a causa del genere, dell’etnia oppure al rientro dalla maternità, come casi di burnout lavorativo o all’opposto isolamento”.
I casi personali e familiari vengono invece dirottati, col supporto del Centro ascolto di Uil Veneto, ai Centri antiviolenza con cui è attiva una convenzione: “In questo modo si evita alla donna (solitamente picchiata dal marito o dal compagno) di sentirsi sola in un momento davvero difficile. Arriva impaurita e disperata, talvolta insicura di aver fatto la cosa giusta. Sono i nostri uffici che contattano il Centro antiviolenza in modo che lei trovi immediatamente un luogo protetto in cui iniziare il suo percorso”.
Ad oggi, nei 50 casi rilevati di molestie di vario tipo, il numero maggiore è stato registrato nella provincia di Rovigo (24 casi). Oltre alle donne anche gli uomini si sono trovati in difficoltà sul posto di lavoro, soprattutto se l’uomo era un immigrato. 7 i casi affrontati in provincia di Padova, 6 a Belluno. 5 a Treviso, 4 a Verona e 3 a Vicenza. Ad oggi solo 1 caso si è rivolto ai nostri uffici nel veneziano.
“Continueremo il nostro impegno – ha concluso Toigo – per fare la nostra parte a favore del rispetto che va insegnato e appreso fin da giovani, inculcato e ribadito in ogni occasione”.