“Ci uniamo al cordoglio per la assurda morte di Giacomo Gobbato e esprimiamo la nostra vicinanza all’altro giovane rimasto ferito mentre tentavano di sventare una rapina. Vivo a Mestre cinque giorni la settimana, lavoro in una delle zone più difficili e mi rendo conto che la situazione è sfuggita di mano. Auto e uomini delle Forze dell’Ordine sono sempre presenti, di ronda, ma forse ormai non basta più. Non è tollerabile che i mestrini, a partire da una certa ora, non possano vivere la propria città e debbano chiudersi a casa per paura che accada qualcosa. Noi stessi – un anno e mezzo fa – abbiamo preso in affitto un nuovo ufficio in via Cappuccina per non lasciare la zona abbandonata, per renderla viva e animata, un tassello nell’impegno complessivo di dare a Mestre la qualità di vita che si merita. Si dovrà agire almeno su due fronti: da una parte più deterrenza e controlli, dall’altra una profonda riflessione sul disagio sociale che attraversa Mestre come tante altre città d’Italia”. Lo dichiara il segretario generale di Uil Veneto Roberto Toìgo a proposito dell’accoltellamento di Mestre.