Centouno bare hanno sfilato nella acque veneziane per ricordare i morti sul lavoro in Veneto nel 2023. Il testo di Roberto Toigo:

Organizzare questo evento è stato molto complicato e quindi il mio primo ringraziamento va a chi, in questi mesi, in Uil Veneto, ha lavorato per raggiungere questo risultato.

Senza la collaborazione che ci hanno offerto la Prefettura, la Questura di Venezia e tutte le Forze dell’Ordine, il Comune di Venezia (che ha anche patrocinato l’iniziativa), Vela Spa e il cantiere Ivano BOSCOLO BIELO, non saremmo riusciti a portare a Venezia la tappa di questa iniziativa.

Facciamo un piccolo passo indietro: da tempo – torniamo al 2021 – la Uil ha avviato una campagna di sensibilizzazione sul tema della sicurezza sul lavoro, chiamata “zero morti sul lavoro”, voluta con forza e determinazione dal nostro segretario generale PierPaolo Bombardieri.

Nel 2024 essa si è ulteriormente sviluppata con una serie di flash-mob silenziosi nelle piazze delle principali città italiane. Prima tappa a Roma, con 1041 bare in Piazza del Popolo, tante quante i morti sul lavoro in Italia nel 2023. Poi Napoli, Firenze, Milano, Bologna, Perugia, Bari e Genova, dove sono state posate tante bare quanti i morti sul lavoro che si sono contati, regione per regione.

A Venezia abbiamo scelto l’elemento che caratterizza questa città, l’acqua.

Il pontone che è ormeggiato qui fuori ha trasportato le 101 bare relative ai morti sul lavoro in Veneto nel 2023.Esso ha attraversato il canale della Giudecca, lambendo la Basilica della Salute e passando davanti a Piazza San Marco e Palazzo Ducale. Si è fermato qui, in quello che storicamente è “la fabbrica di Venezia”, il luogo più vocato al lavoro.

101 morti nel 2023 vuol dire che ogni 3 giorni e mezzo una persona non ha fatto ritorno a casa, lasciando nella disperazione la propria famiglia e i propri colleghi. In Italia – sempre nel 2023 – i morti erano stati 1041: quasi 3 al giorno.

Nel 2024, con i dati aggiornati al 31 luglio, siamo già a 37 morti bianche in Veneto. L’estate e questi ultimi giorni, però, sono stati costellati da ulteriori episodi.

Una manifestazione silenziosa, rispettosa della città, ma dall’impatto scioccante. È nostra convinzione, infatti, che occorra un risveglio delle coscienze sul tema delle morti sul lavoro.

Vogliamo veramente ringraziare il Comune di Venezia, perché l’immagine di quella che è la città più bella del mondo, viene associata per la prima volta ad una campagna sociale, di carattere sindacale. Chi vedrà nei prossimi giorni, sui giornali, le tv e i siti di tutto il mondo, questo nostro corteo, dovrà sentire un pugno nello stomaco.

Perché i più grossi nemici della sicurezza sul lavoro non sono, almeno in Veneto, la mancanza di protocolli, la mancanza di regole, un livello non adeguato di investimenti in dispositivi e in formazione, la penuria di personale addetto ai controlli.

Anche se non bastano mai: basti pensare che in Veneto ci sono 422mila aziende e controllarle tutte preventivamente è impossibile.

Quel lavoro si fa: proprio in questi minuti, mentre noi siamo qui, il nostro Carlo Biasin è in Regione Veneto perché è in corso una riunione per la stesura del Nuovo Piano Strategico 2024-2025 per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Ci sono i piani territoriali con le Prefetture. Con la bilateralità artigiana abbiamo strumenti preziosi, come gli RLST.

E qualche piccolo risultato si è visto. Da una ricerca che abbiamo commissionato al nostro Centro Studi, in Veneto abbiamo avuto un calo degli infortuni sul lavoro – in rapporto al monte ore lavorate – dell’8,58% tra il 2021e il 2023. Il numero però è ancora molto alto: 69.643 infortuni nel 2023, 190 al giorno!

No, i più grossi nemici della sicurezza sul lavoro sono l’indifferenza, l’assuefazione, la rassegnazione.

“Gli incidenti sono sempre accaduti, è inevitabile”.

“È stata una disgrazia”.

“La sicurezza costa”…

Sono queste le frasi che non vogliamo più sentire. Dobbiamo raggiungere le aziende, in particolare quelle non associate, dobbiamo fare in modo che la cultura della vita diventi patrimonio comune, a partire dalla scuola. Potremo dire di essere sulla buona strada quando un lavoratore avrà la piena consapevolezza del pericolo e deciderà di fermarsi.

Ve lo confesso: a volte mi interrogo sul nostro ruolo. Affrontiamo vertenze, ci occupiamo delle condizioni dei lavoratori e dei pensionati, manifestiamo, scioperiamo, viaggiamo, protestiamo e facciamo proposte perché le cose vadano meglio. Ma quando ci troviamo in piazza, vedo che siamo solo noi: dirigenti, iscritti, delegati… Le persone per cui ci battiamo sono a casa. Rassegnate, indifferenti, fataliste.

E invece non ci si può arrendere.

Sulle morti sul lavoro ci si deve INDIGNARE! Chi sbaglia, deve pagare.

E bisogna pensare a dei ristori alle famiglie delle vittime, che si trovano dall’oggi all’indomani senza un affetto e senza giustizia.

È il caso, per esempio, di Mattia Battistetti, morto in un cantiere edile nel 2021 a 23 anni. La mamma Monica Michielin, insegnante – che oggi è a scuola e non può essere qui con noi – lo sa bene, visto che attende ancora giustizia dopo nove udienze.

Per questo oggi siamo qui e per questo continuerà il nostro impegno, perché le morti sul lavoro DIVENTINO centrali nel dibattito politico, nell’opinione pubblica e tutti – ognuno per quanto di propria competenza – concorrano all’obbiettivo di arrivare a zero morti sul lavoro, creando una vera cultura della vita.

Provincia2023 (fino al 31/07)2024 (fino al 31/07)
Belluno01
Padova99
Rovigo20
Treviso104
Venezia1110
Verona1511
Vicenza42
TOTALE5137