“Il voto europeo dell’8 e 9 giugno ci restituisce alcune certezze e alcuni dubbi. Va segnalato che, per la prima volta, si è recato alle urne meno della metà di chi aveva diritto: in Veneto la soglia è stata superata di poco (52%), ma nel resto del Paese l’astensionismo è stato massiccio.
I “vincitori” della competizione elettorale sono sicuramente Fratelli d’Italia e Partito Democratico. Attorno a loro si è creato un nuovo bipolarismo che, conseguentemente, svuota il centro.
In Europa vengono bocciati i governi di Francia e Germania (l’asse su cui si è retto il vecchio continente). Il messaggio è chiaro: la guerra provoca paura e chiusura e si torna ai nazionalismi (e infatti crescono i partiti di estrema destra). La “maggioranza Ursula” tiene, ma non si potrà non tener conto dei risultati francese, tedesco ed italiano. Vedremo quali saranno le ripercussioni nel nostro Paese e in Veneto. Ci auguriamo che da qui alle prossime scadenze (in particolare le Regionali del 2026) si torni a lavorare a piè sospinto e che non ci si trascini per due anni in una lunga e faticosa campagna elettorale. Il Veneto ha bisogno di politiche, di scelte, di visione per il futuro. Le sfide sono tante e non possiamo permetterci di vivacchiare mentre il resto del mondo corre”.