Domani, martedì 12 marzo, si celebra la “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari”. Questa Giornata deve diventare un momento di riflessione e di vicinanza ai circa 70mila professionisti che lavorano, con impegno e dedizione, nelle varie strutture sanitarie pubbliche venete ai quali si aggiungono altre migliaia di operatori sanitari del privato convenzionato. Solo in Veneto, infatti, si registrano circa 3mila aggressioni all’anno, fisiche e verbali, a infermieri, a medici e ad Oss. E ben oltre il 70 per cento dei sanitari che subiscono le violenze (come aveva già segnalato Azienda Zero) è rappresentato dal personale femminile. Numeri che ci fanno accapponare la pelle e ci pietrificano. Se solo pensiamo che durante la pandemia da Covid-19 chiamavamo i professionisti della sanità veneta eroi ed angeli, c’è davvero da vergognarsi. Molti di questi sanitari si sono ammalati per curarci, alcuni sono anche morti, eppure rimanevano in trincea, operativi h24. Se solo consideriamo che la cultura del rispetto nei confronti del genere femminile va insegnata fin da piccoli e mia madre, come tante altre madri, lo ha fatto anche ripetendomi come un mantra che la donna non va sfiorata nemmeno con un fiore, c’è da rimanere disarmati di fronte alle continue aggressioni e alle morti di donne che non mostrano nessun rallentamento. Ricordiamoci tra le morti per violenza quella di Giulia Cecchettin per cui, mossi dallo sdegno, si sono levati numerosi cori di “mai più” che però non ci hanno ancora fatto cambiare in meglio. La Uil Veneto continua il suo lavoro di sensibilizzazione e di promozione al rispetto e alla parità di genere. Da qualche anno ha attivato i centri di ascolto contro il mobbing e lo stalking e durante le manifestazioni trova sempre un momento per ricordare l’importanza del rispetto e della condivisione. Inoltre è attenta al rischio delle aggressioni nelle strutture ospedaliere grazie al continuo confronto con il personale sanitario e con le dirigenze mediche. E’ fondamentale, per conquistare quella fase di miglioramento a cui auspichiamo in molti, che ognuno faccia la propria parte: le istituzioni, le organizzazioni sindacali, ma anche ciascuna persona, cittadino e cittadina, verso se stessi ma anche lavorando in famiglia”. Lo ha detto Roberto Toigo, segretario generale Uil Veneto.