UIL, venerdì 24 novembre sciopero in Veneto contro la Finanziaria

“Il Governo deve dire la verità alle persone altrimenti la verità gliela diciamo noi, ad alta voce. La Finanziaria 2024, che sarà approvata in Parlamento entro fine anno, così come è stata abbozzata e presentata al paese, non va bene e noi la bocciamo. Ci si dimentica dei lavoratori, degli anziani, delle donne e dei giovani, negando loro il futuro che meritano. Per quanto riguarda i servizi (ad esempio la sanità) non sono stati proposti veri e propri investimenti, ma solo delle briciole con cui non si possono né migliorare né tantomeno potenziare. La Manovra non ha pensato affatto alla sicurezza sul lavoro quando, solo nella nostra regione, a partire dall’inizio dell’anno, si sono registrati oltre 60 incidenti mortali: persone che la mattina si erano svegliate per compiere il proprio dovere verso se stesse, la loro famiglia e la società e che, a fine turno, non sono rientrate a casa. Basta: si scende in piazza”.

Con queste parole il segretario generale della Uil Veneto, Roberto Toigo, informa sullo sciopero, indetto a livello nazionale da UIL e CGIL, che “farà tappa” in Veneto e in altre regioni nel Nord, venerdì 24 novembre.
Uno sciopero di 8 ore che vedrà protagoniste tutte le province venete e che ha lo scopo di coinvolgere lavoratori e lavoratrici di ogni settore, ma anche tutte quelle persone che vogliono un presente e un domani più sicuro per sé e la loro famiglia. “Saremo tante persone con una voce unica. – ha detto Toigo –  Tante persone con richieste comuni e concrete. Facciamo la mobilitazione perché è importante che nella Manovra, prima di diventare operativa, vengano accolte le nostre istanze che sono state pensate considerando tutte le persone, di ogni fascia di età, genere e tipo di impiego”.

“Di fronte a questo scenario preoccupante, che non permette né crescita né sopravvivenza, se pensiamo alla fascia di popolazione più fragile e ai nostri giovani, – ha concluso Toigo – siamo costretti ad annunciare in Veneto uno sciopero. Ogni provincia organizzerà qualcosa per tenere alta l’attenzione su questa manovra inaccettabile del Governo. Mi auguro che su questi temi il Sindacato in Veneto possa agire unito per garantire stabilità alla nostra gente e un futuro ai nostri ragazzi che altrimenti continueremo a vedere pronti con la valigia in mano per scommettere su un altro Paese.

IL VOLANTINO UIL VENETO

Basta bugie, facciamo chiarezza. Ecco perché la Uil Veneto scende in piazza aderendo in pieno allo sciopero indetto a livello nazionale da UIL e CGIL.

  1. Aumenti in busta paga. Le buste paga di gennaio 2024 saranno uguali a quelle del 2023. Il cuneo fiscale, introdotto grazie due scioperi indetti proprio dalla Uil, è stato solo confermato: non ci sono risorse nuove.
  2. Detassazione. Abbiamo chiesto la detassazione degli aumenti contrattuali e quella della contrattazione di secondo livello: il Governo non le ha previste, preferendo invece, detassare i benefit dal 10 al 5%.
  3. Rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego. I 5 miliardi di euro previsti non sono sufficienti: abbiamo perso circa il 15% del potere d’acquisto di salari e pensioni e non riusciremo certo a recuperarlo con le briciole.
  4. Sicurezza sul lavoro. Uil, che porta avanti la campagna “Zero morti sul lavoro”, ha chiesto più ispettori e l’istituzione di una procura speciale, oltre all’utilizzo dei 2 miliardi di euro accantonati dall’Inail. Nessuna risposta nella Finanziaria, nessuna risposta del Governo.
  5. Non autosufficienza. Zero euro previsti per la non autosufficienza e per la riforma dell’assistenza degli anziani. In un Paese e in una regione in cui la popolazione invecchia ed è sempre più fragile, si tratta di un grave errore.
  6. Sanità Pubblica. I 3 miliardi stanziati per la sanità sono una mancia: gran parte di queste risorse verranno assorbite dall’aumento dei costi delle strutture come l’energia elettrica. Uil chiede più assunzioni e retribuzioni adeguate, non risorse o gettoni per straordinari o prestazioni a chiamata. Non c’è nessun intervento sulle liste d’attesa. A pagarne il prezzo sono tutte le persone che si rivolgono alla sanità pubblica e tutte quelle che vi lavorano.
  7. Pensioni. Sarà più difficile andare in pensione. L’Ape sociale sarà rimodulata e nulla è stato fatto per i lavori usuranti. La Finanziaria peggiora ulteriormente opzione donna: si alza l’età per accedere alla pensione. E non c’è pensione di garanzia per i giovani.
  8. Altri motivi del nostro no alla manovra. Nessuna soluzione per la precarietà, nessuna politica industriale, nessuna lotta all’evasione fiscale e nessun intervento sull’autonomia differenziata. Ci sono meno risorse per Regioni e per Comuni, che porteranno meno servizi e più tasse locali.