Il costo della vita vanifica la crescita dei redditi

«Il 2022 è stato il vero primo anno della ripresa, dopo l’emergenza Covid-19: lo dimostra il reddito medio dei cittadini che si sono rivolti ai CAF della Uil Veneto. Ma l’attuale costo della vita sta vanificando queta crescita». Ad affermarlo è il segretario generale di Uil Veneto Roberto Toigo.

«Abbiamo analizzato – spiega Toigo – il reddito medio delle persone (lavoratori dipendenti e pensionati) che si sono rivolte ai nostri centri di assistenza fiscale, puntando su un campione di 45mila utenti. Nel 2022, con dati riferiti al 2021, il reddito medio era di 22.730 euro. Le dichiarazioni dei redditi 2023, riferite al 2022, restituiscono invece un reddito medio di 24.320 euro. L’aumento tra i due anni è del 7%». 

Le performance migliori sono a Vicenza (+10%), Venezia e Belluno (+9% tra il 2021 e il 2022). La crescita minore è a Rovigo (+2%).

«La spiegazione di questo aumento del reddito medio pro-capite va ricercata nel rinnovo di alcuni contratti collettivi (di primo e secondo livello), che hanno portato più risorse nelle buste paga dei lavoratori, e nella minore incidenza della cassa integrazione guadagni, visto l’affievolirsi dell’emergenza pandemica».

Ma questa crescita è totalmente vanificata dalla situazione del 2023. «Viaggiamo ormai da molti mesi – conferma Toigo – con una inflazione a due cifre, tra il 10 e 13%. Basta solo questo dato per fare capire che quel piccolo vantaggio accumulato tra il 2021 e il 2022 non basta per affrontare l’aumento del costo della vita. C’è poi questa politica della BCE di continuo rialzo dei tassi di interesse che sta mettendo alle strette famiglie e imprese. Si tratta proprio della platea di persone che si rivolge al nostro Caf, che hanno magari mutui sulla prima casa. Le rate dei prestiti a tasso variabile sono schizzate in alto, rendendo ancora più difficile la situazione: nei prossimi giorni sembra che i maggiori istituti bancari proporranno delle misure per calmierare questi aumenti. Ci auguriamo sia così, perché altrimenti tutti gli sforzi per dare reddito a lavoratori dipendenti e pensionati saranno insufficienti».