Confindustria Veneto, CGIL Veneto, CISL Veneto, UIL Veneto fanno propria la grande preoccupazione dei rispettivi associati e iscritti per l’emergenza sanitaria e per le sue ricadute economiche e sociali in Veneto.
Per questo vogliono lanciare al Territorio un messaggio congiunto di distensione, di rassicurazione, di forte collaborazione tra le associazioni di rappresentanza:
«Lo riteniamo un dovere istituzionale poiché le aziende e i lavoratori sono un fondamentale elemento di tenuta economica e sociale soprattutto in questo periodo di grande difficoltà. È il momento di pensare al bene comune della difesa e preservazione del lavoro, perché senza lavoro sono le stesse fondamenta della società che rischiano di crollare.
La situazione economica pre-Covid era già molto complessa, poi si è aggiunta la pandemia a cambiare modelli e abitudini. Dobbiamo avere il coraggio di ridisegnare il tessuto industriale del nostro territorio con progetti in grado di valorizzare le risorse che, come Paese e Regione, abbiamo impiegato per impedire il tracollo economico, occupazionale e sociale. Bisogna investire il tempo e i fondi a disposizione per formare e riqualificare i lavoratori, per aggiungere nuove competenze e fornire prospettive occupazionali, e per rendere più competitive le imprese ed il territorio in modo da mantenere e attrarre investimenti produttivi.
È prioritario preservare e rilanciare il nucleo produttivo e industriale, promuovendo e valorizzando alcuni aspetti:
– salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, dimostrata con l’applicazione responsabile dei criteri individuati nel protocollo di Aprile sottoscritto tra le parti datoriali e sindacali. Il rispetto rigoroso dei provvedimenti di salute pubblica e la loro puntuale applicazione hanno confermato che le fabbriche possono essere luoghi sicuri, diventando un ulteriore fattore di tenuta economica;
– coesione sociale – per evitare il rischio di strumentalizzazioni (e potenziali infiltrazioni) pronte ad approfittare della difficoltà economica di categorie particolarmente colpite, mantenendo la continuità degli strumenti di tutela dell’occupazione e delle imprese per tutta la durata dell’emergenza;
– filiere produttive, per evitare di trovarci, dopo la pandemia, senza più tessuto industriale su cui far leva per ripartire.
A fronte di ciò, ci rivolgiamo anche alle Istituzioni territoriali, in particolare alla Regione Veneto, per valorizzare il ruolo delle parti di rappresentanza delle imprese e dei lavoratori, per attivare fin da subito le iniziative necessarie a mitigare gli effetti della crisi che arriverà, con un confronto permanente e strutturato, attraverso il quale guardare al futuro e non solo al presente. Alle opportune misure per sterilizzare gli effetti della crisi economica in atto ne devono necessariamente seguire altre che, a pandemia finita, possano portare a una nuova stagione di sviluppo e crescita, che si traduca nel recupero della competitività, in nuovi posti di lavoro e in un benessere sociale diffuso».