Ripartire dal lavoro

«L’unica possibilità che abbiamo per rialzarci è ammettere che non è andato tutto bene, come facevamo scrivere ai bambini sotto i disegni dell’arcobaleno. La crisi dovuta alla pandemia ha acceso un enorme riflettore sui punti di debolezza del nostro Paese, frutto di decenni di scelte sbagliate, di promesse rimandate, dimenticate o rinnegate.

Ivana Veronese, segretario confederale nazionale della Uil, ha chiuso la manifestazione “Ripartire dal lavoro”, la prima “in presenza” dopo il lock-down organizzata da Cgil Cisl e Uil in 23 piazze italiane. In Veneto è stata Verona ad ospitare 300 delegati, seduti in piazza Bra con il distanziamento di sicurezza. Almeno altri 150 gli iscritti di Cgil Cisl e Uil Veneto nelle zone adiacenti. Sul palco si sono alternati i delegati di molte categorie, per descrivere le difficoltà di questa fase.

«Se non avessimo fatto tagli alla sanità pubblica – ha aggiunto Veronese – non saremmo stati senza posti nelle terapie intensive. Idem per la scuola: tutti si sono accorti solo ora della mancanza di personale, di strutture. In un’altra situazione non saremmo stati costretti a tenere i bambini lontani da scuola per sei mesi».

Dal palco Christian Ferrari e Gianfranco Refosco, rispettivamente segretario generale di Cgil Veneto e di Cisl Veneto, insieme a Roberto Toigo, segretario generale di Uil Veneto, hanno ribadito i contenuti della manifestazione.

«La proroga degli ammortizzatori e del blocco dei licenziamenti che abbiamo voluto fortemente non produrranno gli effetti desiderati se il Paese non sarà in grado di ripartire attraverso una progettualità e una visione che concentri la propria azione sul lavoro, sulla persona e di conseguenza sulle necessarie riforme a partire da quella fiscale. Ci ritroviamo invece in un contesto sociale difficile, condizionato da un immobilismo politico che non lascia intravedere un impegno concreto rispetto alla necessità di operare scelte condivise in grado di cogliere le opportunità che le risorse europee, Recovery Fund e lo stesso MES, sarebbero in grado di realizzare. Servono nuove risposte in particolare per giovani, donne e pensionati che in questi mesi hanno pagato, più di altri, per la mancata pianificazione di misure in grado di garantire un supporto concreto».

«Noi – ha concluso a nome di Cgil Cisl e Uil il segretario Veronese – le idee le abbiamo. Il cosa fare lo sappiamo, ma a chi ci governa sia chiaro che sappiamo anche come farlo: assieme».