19 maggio Giornata Mondiale del Medico di Famiglia.

“Il 19 maggio si celebra la Giornata Mondiale del Medico di Famiglia. Una figura importantissima nella nostra sanità che, purtroppo negli ultimi anni, sta perdendo la sua centralità mettendo in crisi i pazienti, specialmente quelli più fragili e anziani. Tra loro c’è chi dà l’anima perché fare il medico di famiglia è una missione più che un lavoro, ma molte cose sono cambiate. Ricordo perfettamente come era in passato il medico di famiglia che oggi ha cambiato addirittura nome in medico di medicina generale: Stavi male? Veniva a casa, ti visitava e ritornava se non guarivi nei tempi giusti. Ogni piccola comunità ne aveva uno (oggi si accorpano nei centri più grandi) e ci poteva contare sempre. Andavi in ospedale solamente in situazioni gravissime perché il tuo medico di famiglia ti risolveva il 95 per cento dei problemi. Adesso, invece, la maggior parte delle persone vive un dramma. Più di qualcuno cerca e ricerca il suo medico di famiglia come se si trattasse di una caccia al tesoro. Lo abbiamo constatato anche noi di Uil Veneto tramite il sondaggio che abbiamo condotto a tappeto in tutto il territorio per scovare i problemi sentiti dalla gente. Un sondaggio di cui abbiamo i risultati divisi per provincia in cui, appunto, oltre al problema del lavoro, emerge forte quello della sanità. Una sanità, quella veneta, che sicuramente eccelle in vari ambiti, ma non per quanto riguarda il territorio e quindi anche i medici di famiglia. La gente, durante il sondaggio, ce lo ha detto forte e chiaro: il medico di famiglia è difficile trovarlo. Fatichi a prendere appuntamento. E quando lo vedi in ambulatorio, perché a casa te lo scordi di vederlo, è praticamente impossibile che ti visiti. La routine è quasi la stessa per tutti: ti fa domande e da burocrate sta dietro ad una scrivania finché, dopo pochi minuti, arriva la diagnosi e i farmaci da prendere. Se prescrive un esame specialistico, ti mette un codice di priorità ampio per cui sai già che nel pubblico non riuscirai a prendere l’appuntamento in tempi certi. E questo accade se riesci a prendere appuntamento col tuo medico, ma se non ci riesci allora arriva l’alternativa spesso e giustamente condannata: corri in pronto soccorso. E sai cosa succede? Che lo intasi magari con una problematica che probabilmente poteva essere risolta diversamente senza gravare su strutture che già arrancano e sono congestionate per il flusso di gente. E’ necessaria una riflessione seria e concreta sul medico di famiglia. Una figura che dovrebbe tornare ad essere centrale affinché le persone non si sentano abbandonate e il nostro Servizio Sanitario Nazionale non sia ancor più in crisi di quanto non lo sia già”. Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto.