Giovedì prossimo, 11 aprile, è previsto uno sciopero generale di quattro ore dei settori privati proclamato da Uil e Cgil per la sicurezza sul lavoro. Ci saranno iniziative organizzate in tutte le province del Veneto a cui sono invitati a partecipare tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici:
Belluno
15.30-17.30: Flash mob piazza dei Martiri.
Padova
15.30: Presidio davanti alle Aziende metalmeccaniche Arneg e De Angeli e poi presidio davanti alla Provincia e alla Prefettura.
Rovigo
10.30-11.45: Presidio davanti alla Prefettura.
17.30-18.30: Flash mob in piazza Garibaldi.
Treviso
15.00-16.00: Presidio davanti alla Agenzia delle Entrate e Unindustria.
Venezia
14.30: Presidio sede Confindustria Venezia presso Parco Scientifico Vega (via delle Industrie 19).
Verona
10.30-12.00: Presidio in piazza Cittadella (sede Unione Industriali).
Vicenza
15.00-17.00: Presidio davanti a Confindustria in piazza Castello.
Le motivazioni dello sciopero riguardano la salute, la sicurezza e la qualità del lavoro. Cgil e Uil invitano tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore privato a scioperare per chiedere: zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale, un nuovo modello sociale di fare impresa.
“La nostra regione continua ad essere tra i primi posti in Italia per infortuni e morti sul lavoro, con l’ultimo tragico caso avvenuto a Mestre venerdì – dichiara Tiziana Basso, Segretaria generale CGIL Veneto – Serve un cambiamento immediato, strutturato e radicale che metta lavoratrici e lavoratori al centro, per garantire salari più equi, sicurezza e lotta alla precarietà. Solo così, congiuntamente al superamento dei subappalti a cascata, si riusciranno a superare le criticità e riaffermare la dignità e la qualità del lavoro”.
“A livello nazionale, la Uil ha chiesto di istituire il reato di omicidio sul lavoro – aggiunge Roberto Toigo, Segretario Generale di Uil Veneto – ed è probabilmente una delle strade da perseguire, visto che si continua a morire con il ritmo di una vittima ogni tre giorni nella nostra regione. Bisogna fare crescere una cultura della sicurezza (anzi, di più: una cultura della vita), che permei ogni livello della nostra società: istituzioni, parti datoriali, parti sociali, imprenditori e lavoratori. La sicurezza sul lavoro deve entrare anche nei programmi scolastici, perché deve crescere la consapevolezza della questione”