“L’8 marzo, per la maggior parte delle persone, è la Festa della Donna. Io preferisco identificare questa data con la Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne perché più che di una festa qui abbiamo bisogno di una riflessione. Soprattutto dopo tutte quelle tragiche e inconcepibili morti di donne che Giulia Cecchettin continua a simboleggiare. La sua uccisione doveva spingerci a cambiare, tanti di noi hanno da quel momento ripetuto come un mantra la frase del “mai più”, ma purtroppo non è ancora così e il cambiamento tanto auspicato sembra ancora difficile toccarlo con mano. Mia madre mi ha educato alla cultura del rispetto fin da piccolo tanto che ricordo come spesso mi ripeteva la frase che le donne non dovevano essere sfiorate nemmeno con un fiore. Dobbiamo dirlo: siamo noi uomini il problema. C’è sempre un retropensiero quando vediamo una donna o ci confrontiamo con lei. Fatichiamo a vederla come un nostro pari. Dobbiamo prendere consapevolezza di questa nostra debolezza e, una volta per tutte, dobbiamo impegnarci a coltivare l’educazione del rispetto ricevuta da bambini per poi diffonderla e tenerla viva. E’ fondamentale il cambiamento e la donna, ricordiamocelo, non deve essere considerata come il pilastro della società o della famiglia solo quando è utile nelle faccende domestiche o nell’accudimento dei figli. Come Uil Veneto, da anni abbiamo attivato i centri di ascolto di mobbing e di stalking per dare conforto e un aiuto concreto a chi lo cerca. Durante le nostre iniziative, molte delle quali sono promosse insieme alle donne che lavorano nel nostro sindacato, lavoriamo per sensibilizzare alla parità di genere e al rispetto. Se ciascuno di noi, mi rivolgo soprattutto agli uomini, farà la propria parte, ponendosi in una posizione di ascolto e di autocritica, sono certo che diventeremo migliori”. Lo ha detto Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto.