UIL. Venerdì 17 e venerdì 24 novembre sciopero in Veneto contro la Finanziaria. Il 17 a Padova ed il 24 in ogni provincia. Temi caldi: bugie sulle buste paga, sulle tasse e sulle pensioni che faranno scappare 400 medici dalla PA.

“Basta bugie. Lo sciopero non lo facciamo contro la Meloni, ma contro una Finanziaria che si è dimenticata di tutte le persone, cioè dei lavoratori, ma anche degli anziani, delle donne e dei giovani, negando loro il futuro che meritano. La Finanziaria 2024, che sarà approvata in Parlamento entro fine anno, così come è stata abbozzata e presentata al Paese, non va bene e noi la bocciamo. Faccio solo alcuni esempi che ci hanno fatto arrabbiare, spingendoci così a manifestare insieme alla Cgil: primo, è falso che da gennaio 2024 si avranno 150 euro in più in busta paga. E’ una bugia totale perché in realtà verrà rifinanziato il cuneo fiscale come si era fatto nell’anno precedente e ciò significa che le buste paga di gennaio saranno le stesse di dicembre. Secondo tema sono le tasse che, inevitabilmente, aumenteranno se i Comuni, le Province e la Regione Veneto vorranno mantenere i servizi ai cittadini: purtroppo i tagli del Governo porteranno anche a questo. Terzo tema sono le pensioni che toccano il pubblico impiego e che, così come sono state pensate, spingeranno circa 400 dipendenti, tra medici, infermieri e altri professionisti della sanità, a lasciare il posto di lavoro anticipatamente in Veneto. Pensate cosa accadrebbe se questo dovesse succedere veramente: non avremmo più chi ci cura”.

Con queste parole il segretario generale della Uil Veneto, Roberto Toigo, informa sullo sciopero, indetto a livello nazionale da UIL e CGIL, che “farà tappa” in Veneto in due date:

  • Venerdì 17 novembre a Padova (ore 9.00 in stazione FS), in cui scenderanno in piazza le categorie del pubblico impiego, dei trasporti, della scuola, delle poste, della PA, della sanità privata e del terzo settore. Inoltre sciopereranno tutti quei lavoratori che svolgono attività di pubblica utilità, ma che non sono compresi nelle categorie evidenziate e sono soggetti alla legge 146: ad esempio chi opera nelle mense scolastiche, gli addetti alle pulizie, le guardie giurate, ecc.
  • Venerdì 24 novembre, nelle sette province del Veneto (in seguito si pubblicizzeranno i diversi luoghi di manifestazione) in cui scenderanno in piazza le altre categorie.

In entrambe le date si tratterà di uno sciopero di 8 ore che vedrà protagonista il Veneto, con lo scopo di coinvolgere lavoratori e lavoratrici di ogni settore, ma anche tutte quelle persone che vogliono un presente e un domani più sicuro per sé e la loro famiglia.

“Saremo tante persone con una voce unica. – ha detto Toigo –  Tante persone con richieste comuni e concrete. Facciamo la mobilitazione perché è importante che nella Manovra, prima di diventare operativa, vengano accolte le nostre istanze che sono state pensate considerando tutte le persone, di ogni fascia di età, genere e tipo di impiego”.

“Di fronte a questo scenario preoccupante, che non permette né crescita né sopravvivenza, se pensiamo alla fascia di popolazione più fragile e ai nostri giovani, – ha concluso Toigo – siamo costretti ad annunciare in Veneto uno sciopero. La Uil Veneto con le confederazioni e le categorie, che sono importantissime nel territorio, organizzeranno un presidio per tenere alta l’attenzione su questa manovra inaccettabile del Governo. Mi auguro che su questi temi importanti il Sindacato in Veneto possa lavorare insieme perché solo così potrà garantire stabilità alla nostra gente e un futuro ai nostri ragazzi che altrimenti continueremo a vedere pronti con la valigia in mano per scommettere su un altro Paese”.

Basta bugie, facciamo chiarezza.

Ecco perché la Uil Veneto scenderà in piazza aderendo in pieno allo sciopero indetto a livello nazionale da UIL e CGIL.

  1. Aumenti in busta paga. Le buste paga di gennaio 2024 saranno uguali a quelle del 2023. Il cuneo fiscale, introdotto grazie due scioperi indetti proprio dalla Uil, è stato solo confermato: non ci sono risorse nuove.
  2. Detassazione. Abbiamo chiesto la detassazione degli aumenti contrattuali e quella della contrattazione di secondo livello: il Governo non le ha previste, preferendo invece, detassare i benefit dal 10 al 5%.
  3. Rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego. I 5 miliardi di euro previsti non sono sufficienti: abbiamo perso circa il 15% del potere d’acquisto di salari e pensioni e non riusciremo certo a recuperarlo con le briciole.
  4. Sicurezza sul lavoro. Uil, che porta avanti la campagna “Zero morti sul lavoro”, ha chiesto più ispettori e l’istituzione di una procura speciale, oltre all’utilizzo dei 2 miliardi di euro accantonati dall’Inail. Nessuna risposta nella Finanziaria, nessuna risposta del Governo.
  5. Non autosufficienza. Zero euro previsti per la non autosufficienza e per la riforma dell’assistenza degli anziani. In un Paese e in una regione in cui la popolazione invecchia ed è sempre più fragile, si tratta di un grave errore.
  6. Sanità Pubblica. I 3 miliardi stanziati per la sanità sono una mancia: gran parte di queste risorse verranno assorbite dall’aumento dei costi delle strutture come l’energia elettrica. Uil chiede più assunzioni e retribuzioni adeguate, non risorse o gettoni per straordinari o prestazioni a chiamata. Non c’è nessun intervento sulle liste d’attesa. A pagarne il prezzo sono tutte le persone che si rivolgono alla sanità pubblica e tutte quelle che vi lavorano.
  7. Pensioni. Sarà più difficile andare in pensione. L’Ape sociale sarà rimodulata e nulla è stato fatto per i lavori usuranti. La Finanziaria peggiora ulteriormente opzione donna: si alza l’età per accedere alla pensione. E non c’è pensione di garanzia per i giovani.
  8. Altri motivi del nostro no alla manovra. Nessuna soluzione per la precarietà, nessuna politica industriale, nessuna lotta all’evasione fiscale e nessun intervento sull’autonomia differenziata. Ci sono meno risorse per Regioni e per Comuni, che porteranno meno servizi e più tasse locali.