Non siamo solo noi adulti ad interrogarci sul ruolo dell’Europa: una madre che sembra averci abbandonato, dando il peggio di sé e disseminando imbarazzo agli occhi del mondo. Ma ad interrogarsi su quanto sta accadendo nel mondo e, di riflesso, anche in Veneto, sono gli stessi ragazzi con cui ho iniziato a confrontarmi. L’ho detto alla scorsa assemblea regionale della UIL Veneto, che abbiamo dedicato proprio ai giovani ed al lavoro, che è necessario cambiare passo per evolverci e fare e lasciare qualcosa per le generazioni future. La chiave sono i giovani. Apriamo la porta che ancora ci divide e ci allontana da loro: dobbiamo trovare le occasioni per confrontarci e parlare con i ragazzi. I temi sono tanti su cui lavorare e il pensiero e le idee dei nostri giovani sono preziosissimi. Proprio di recente, con uno di loro ho discusso di Europa. Lui energico, come è giusto che lo sia per la giovane età, diceva: “Cosa fa l’Europa? Sui migranti arrangiatevi, sui tassi li alza senza pudore”. Sempre lui chiudeva, poi, l’argomento in modo provocatorio (e ci è riuscito per quel che mi riguarda): “Stato Veneto!” Sono parole che ancora mi frullano in testa, che mi fanno pensare che i ragazzi dedicano tempo anche alle questioni serie, non sono assorbiti dai videogiochi, pensano al presente e al futuro, vorrebbero dire la loro, partecipare da protagonisti offrendo contributi validi a noi adulti che parliamo e parliamo, anche ai massimi livelli, senza però produrre sempre qualcosa di buono e concreto. E’ vero che sui migranti siamo soli. Vediamo Comuni e Sindaci fare del loro meglio ogni giorno per dare risposte. In televisione e sui social aumentano le immagini di barconi carichi di persone di ogni età che sbarcano sulle coste italiane, per poi essere smistati nelle varie regioni, con il sogno di una nuova vita che in verità non siamo in grado di offrire. Dall’alto l’Europa ci guarda e, puntando il dito contro, ci dice cosa dobbiamo fare senza però contribuire come dovrebbe, senza fornirci gli strumenti corretti per risolvere umanamente la questione. I tassi? Notizia recentissima: la Bce li ha alzati ancora al 4,5%. In pratica, se ho compreso bene: abbiamo avuto il Covid-19 che ci ha messo in ginocchio, non solo per la salute ma anche economicamente. Finisce (non è proprio vero, ma diciamo così) e comincia una guerra. Energia elettrica alle stelle, carrello della spesa sempre più vuoto ma sempre più costoso, mutui sempre più cari. Aumenta la povertà. Di fronte a ciò, invece di trovare una soluzione tenendo conto di chi prende al mese 1000 euro circa, ed è la stragrande maggioranza delle persone, si è pensato bene di rialzare i tassi. Una situazione paradossale che se non fosse vera e lo è sembrerebbe impossibile che si verificasse. Ancora una volta, saranno i giovani, i pensionati, le donne, chi lavora ed ha uno stipendio da dipendente a pagare il prezzo più alto. E’ una vergogna. Ed è ora di pregare. Chi? Il cosiddetto “Supermario” che forse qualcuno pensava ormai fuori dai giochi, ma per fortuna non è così. Il nostro Mario Draghi (nelle sue vene scorre il sangue veneto) è stato infatti richiamato dall’Europa: non si è tirato indietro anche questa volta, anche se lo scenario è quasi apocalittico, per dare il suo prezioso contributo. Lo accogliamo ricordando che, se mai riuscirà a farci emergere dalla buca profonda in cui ci siamo arenati, sarà grazie al suo intervento che forse potremo, insieme ai nostri giovani, moltissimi delusi, riconoscerci ancora nel nostro Paese e nell’Europa.
Roberto Toigo, segretario generale UIL Veneto