L’economia veneta è in discreta salute ma ha bisogno di una cura ricostituente. I numeri di Veneto Lavoro sono confortanti ma non devono farci pensare che la situazione sia rosea: le assunzioni a tempo indeterminato e le stabilizzazioni sono ancora molto basse. Ci preoccupa il settore della moda, uno di quelli che ha sofferto di più: gli indicatori non fanno ben sperare. Ma è soprattutto il mondo dell’automotive a farci stare in allarme: le produzioni sono bloccate perché mancano i componenti. L’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia inciderà sul costo dei prodotti finiti (con possibili ripercussioni, alla fine delle 13 settimane di cassa integrazione, sull’occupazione). Infine insisto sulla necessità di creare una piattaforma per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro: sembrano due mondi che non si parlano. Ci vuole uno strumento a disposizione delle aziende, delle istituzioni e dei sindacati per capire esattamente quali sono le professionalità richieste (e disponibili) e quali quelle da creare o riprofessionalizzare».