Nessun rinvio dell’inizio dell’anno scolastico

«Nessun rinvio dell’inizio dell’anno scolastico, si cominci regolarmente il 13 settembre».

Roberto Toigo, segretario generale di UIL Veneto, esprime tutta la sua contrarietà all’ipotesi di ritardare il ritorno in classe degli studenti nella nostra regione e applaude all’unificazione della data per tutti i cicli scolastici, dalle elementari alle superiori.

«È una decisione che non aveva senso – spiega Toigo – e spero che le dichiarazioni di oggi del presidente Zaia mettano la parola fine a questo dibattito: non si può sacrificare l’inizio dell’anno scolastico al prolungamento della stagione turistica. Negli scorsi mesi si era parlato di posticipare la chiusura dell’anno scolastico 2020/2021 o di anticipare l’apertura del prossimo a fine agosto, per recuperare il tempo inevitabilmente perso con la didattica a distanza. Anche su questi aspetti avevamo le nostre perplessità, perché avrebbe voluto dire che la DAD non ha funzionato. Alla fine, per fortuna, l’anno scolastico si è chiuso regolarmente e regolarmente dovrà aprirsi il prossimo».

Toigo sottolinea che lo slittamento della riapertura delle scuole avrebbe avuto molteplici svantaggi. «Siamo tutti consapevoli che l’economia stia ripartendo, siamo nella tanto attesa fase di rimbalzo dopo il Covid- 19. Le aziende e gli uffici dovranno essere a pieno regime: come si sarebbe fatto, con i bambini a casa fino a fine settembre? Come avrebbero fatto le famiglie a organizzarsi? Inoltre non dobbiamo dimenticare lo stress psicologico al quale sono stati costretti gli studenti durante la pandemia: non possiamo pensare di rendere incerto il terzo anno scolastico consecutivo: bambini e ragazzi hanno bisogno di socializzazione, delle lezioni in presenza con gli insegnanti».

«E non sarebbe accettabile – conclude il segretario di UIL Veneto – dire che le scuole non sono pronte per la ripartenza: abbiamo avuto tutto il tempo per adeguarle alle norme e per renderle sicure. La campagna vaccinale inoltre sta procedendo a passo spedito, anche tra i più giovani. Non ci sono scuse, si ricominci come nel resto d’Italia e si dia l’importanza che merita alla scuola, che è la base sulla quale costruire il nostro futuro».