Intenso, appassionato e a volte acceso dibattito: Porto Marghera è ancora il cuore delle politiche industriali del Veneto e lo dimostra il grande seguito che ha avuto il convegno “Sostenibilità, Resilienza, Responsabilità. Il futuro passa da Porto Marghera”, organizzato dalla Uiltec. Le ananlisi di Giampietro Gregnanin, segretario generale Uiltec Veneto, Maurizio Don, della segretaria Uiltec Veneto, e di Luca Romano, direttore dell’ente di ricerca Local Area Network, hanno permesso un confronto aperto e costruttivo sul futuro di Porto Marghera. Sono intervenuti il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan, il presidente di Confindustria Venezia Vincenzo Marinese, il responsabile Bio raffinerie ed Economia circolare Eni raffinazione e marketing Michele Viglianisi, il direttore di Veritas Spa Andrea Razzini, il segretario regionale Uil Veneto Roberto Toigo e il segretario generale Uiltec Paolo Pirani, moderati dalla giornalista Rai Maria Pia Zorzi.
«Abbiamo sempre dipinto Porto Marghera – ha dichiarato il segretario generale di Uil Veneto Roberto Toigo – come la madre di tutti i mali, come luogo di inquinamento, di deturpazione del paesaggio, di rovina per la laguna e per Venezia. Ci sono sicuramente delle ombre, dei passaggi che hanno contribuito a creare questa nomea. Ma è il momento di guardare al futuro.
In questi mesi ho sempre detto che i fondi del Recovery Plan non sono la panacea di tutti i mali. Sono risorse straordinarie, da investire perché abbiano effetti sulle prossime generazioni. In questo specifico caso non possiamo perdere un’occasione più unica che rara. Ci sono risorse specifiche del Recovery Plan dedicate alla transizione ecologica. La mission “Rivoluzione verde e transizione ecologica” del PNRR ha a disposizione 68,9 miliardi. Più di 18 miliardi sono destinati a energia rinnovabile e idrogeno. Ripartiamo da qui: possiamo fare di Porto Marghera un polo di eccellenza per la ricerca, vista anche la vicinanza con l’Università. Ripartiamo da qui, vista la posizione strategica anche dal punto di vista infrastrutturale.
Dobbiamo essere onesti: l’efficienza e le capacità del Veneto disturbano qualcuno, il voler fare le cose per bene ogni tanto è un ostacolo e se si deve scegliere dove investire, spesso si guarda altrove. Io credo sia debba superare questa situazione. Sediamoci attorno a un tavolo una volta per tutte, affrontiamo il tema delle bonifiche, progettiamo il futuro. Io sono un’ottimista di natura e penso positivo. Credetemi, non avremo altre occasioni come questa, sfruttiamola».
