Lavoro sicuro e di qualità, risorse, politiche attive e di sviluppo, conversione ecologica della produzione, socializzazione della rivoluzione tecnologica, manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio, infrastrutture materiali e digitali: sono i punti declinati nel documento che Cgil Cisl e Uil del Veneto hanno inviato ieri al presidente della Regione Luca Zaia e agli assessori Elena Donazzan e Roberto Marcato.
Si tratta di una piattaforma elaborata in seguito all’incontro tra Regione e Parti Sociali del 17 novembre scorso, durante il quale si è convenuto di stilare un progetto con le priorità da affrontare nel prossimo futuro.
«Siamo partiti dalla constatazione – spiegano i segretari generali Christian Ferrari (Cgil Veneto), Gianfranco Refosco (Cisl Veneto) e Roberto Toigo (Uil Veneto) – che uno degli aspetti decisivi dell’azione di contrasto alla pandemia in Veneto sia stato il confronto tra Regione, Enti Locali, Organizzazioni sindacali e Associazioni Datoriali. Abbiamo dunque proposto che questo coinvolgimento delle Parti sociali e la condivisione delle scelte e delle responsabilità sia reso strutturale».
«Anche perché, nonostante il momento sia ancora drammatico, con un’emergenza sanitaria ed economica destinata a pesare anche nei prossimi mesi, emerge l’importanza di fornire segnali di fiducia, indicando alla popolazione una strategia e un orizzonte di rilancio».
«La tenuta economica, sociale e anche psicologica dei lavoratori, delle imprese, delle famiglie, di tutti i cittadini, è stata ed è messa a dura prova», confermano i sindacati. «Ma la resilienza della nostra economia, la straordinaria capacità di tenuta e di risposta del nostro sistema socio-sanitario, lo spirito di sacrificio e di reazione delle lavoratrici e dei lavoratori, delle cittadine e dei cittadini veneti sono le basi sulle quali costruire un nuovo progetto e una nuova narrazione del futuro: cominciamo a progettare il Veneto post Covid-19».
«E il Veneto di domani – sottolineano – non può che ripartire dal lavoro, dai suoi diritti, e da un welfare capace di curare le ferite sociali ed economiche che la pandemia ha ulteriormente acuito».
Ecco dunque il documento – inviato per conoscenza, con spirito di responsabilità e collaborazione, anche alle principali associazioni datoriali – in cui viene focalizzato il nostro progetto per il lavoro e lo sviluppo del Veneto.
Dall’uso delle risorse comunitarie alla valorizzazione della bilateralità, dalle misure di prevenzione al piano strategico per la sicurezza dei lavoratori (siglato nel 2018), il documento mette in fila una serie di impegni concreti da perseguire. C’è spazio per un piano straordinario di alfabetizzazione digitale e per un sistema di monitoraggio dei posti di lavoro vacanti e dei fabbisogni occupazionali, per orientare in maniera più efficace le attività formative e l’orientamento scolastico. Cgil Cisl e Uil Veneto propongono inoltre la costituzione di una Agenzia regionale per lo sviluppo, con la partecipazione delle parti datoriali e sindacali, per promuovere azioni di reindustrializzazione, rilocalizzazione di attività produttive, rafforzamento patrimoniale e manageriale e per sostenere, potenziare e orientare progetti di innovazione, riconversione e rilancio industriale sia per le imprese che attraversano fasi di crisi o di cambiamento, che per quelle che vogliono realizzare azioni di sviluppo.
«Ci siamo concentrati sulle tematiche del lavoro – concludono Ferrari, Refosco e Toigo – consapevoli che su altri tavoli bisogna impegnarsi sulla sanità, sull’ambiente e su tutti gli altri argomenti di confronto. Diamo la nostra disponibilità ad approfondire nel merito con la Regione e con le altre parti sociali i contenuti delle proposte».