Nasce la nuova Uil Veneto

Da “Uil Regionale Veneto” a “Uil Veneto”. Non è solo un cambio di nome quello votato oggi dal consiglio confederale regionale del sindacato, ma un nuovo modello organizzativo, una nuova struttura pensata per essere più efficienti e presenti più capillarmente sul territorio, a disposizione di cittadini, lavoratori e pensionati.

«È un passaggio emozionante», confessa il segretario generale Roberto Toigo, in carica soltanto dal 3 settembre scorso. «Il mondo sta cambiando velocemente attorno a noi, siamo protagonisti e parte in causa in tutti questi processi. E su tutti aleggia la crisi dovuta alla pandemia da coronavirus. I rapporti stanno cambiando, il ruolo del sindacato deve essere ancora più forte in questo momento di difficoltà, perché vanno difesi con tutte le nostre forze il diritto al lavoro e alla salute».

La segreteria regionale è stata integrata ed è oggi composta, oltre che da Toigo, anche da Carlo Biasin, Igor Bonatesta, Lorenza Cervellin, Pietro De Angelis, Mario Ragno, Giannino Rizzo, Brunero Zacchei e dal tesoriere Enrico Biscaro.

Ecco inoltre il superamento delle aree vaste, con un accentramento delle responsabilità in capo alla struttura regionale. Ma contemporaneamente torna la presenza di un referente per ogni provincia, «che dovrà essere interfaccia con il territorio, le istituzioni e le altre parti sociali». I riferimenti sono Igor Bonatesta (Venezia), Riccardo Dal Lago (Padova), Fabio Osti (Rovigo), Guglielmo Pisana (Treviso), Michele Ferraro (Belluno). Nel giro di poche settimane – vista anche la volontà delle locali camere territoriali – confluiranno in Uil Veneto le strutture di Vicenza e Verona, per ora commissariate.

Con Cgil e Cisl Veneto la collaborazione è franca e sincera. «Ci siamo incontrati; abbiamo sensibilità diverse ma il comune obiettivo di individuare alcune priorità sulle quali confrontarci con la Regione e con le associazioni datoriali».

«La regionalizzazione ci permetterà di tarare meglio sul territorio la nostra presenza: che siano gli uffici delle categorie, quelli del Patronato Ital o del CafUil, dobbiamo essere vicini e non solo metaforicamente, a chi si rivolge a noi. E soprattutto capaci di dare risposte veloci alle tante e nuove esigenze che questa situazione ci presenta. Non possiamo chiedere agli altri di cambiare mentre noi stiamo fermi: con le decisioni di oggi – conclude Toigo – vogliamo dimostrare di essere protagonisti attivi di questo cambiamento».